domenica 21 novembre 2010

L'AMORE NON GUASTA - Jonathan Coe

L'uomo è destinato ad essere solo. Questo è il messaggio che Jonathan Coe vuole lanciare al lettore con il suo secondo romanzo "L'amore non guasta". Tutti i personaggi che si muovono al suo interno, interagiscono tra di loro, dialogano ma sono sempre irrimediabilmente soli. L'unica speranza sembrerebbe essere un tocco d'amore (il titolo originale è infatti A touch of love). Ma l'amore per essere affrontato richiede coraggio e volontà, la volontà di uscire dal proprio guscio e mettersi in gioco con un'altra persona.
E' una storia irrimediabilmente triste, che non lascia alcuno spazio alla speranza.
Ciò che maggiormente conquista in questo breve romanzo di Coe è la sofisticata architettura narrativa. Il romanzo si sviluppa su due piani: le vicende reali di Robin e i 4 racconti da lui scritti. Racconti che completano e ampliano l'intreccio narrativo, aiutando a delineare meglio la figura psicologica del protagonista.
Pur essendo solo il suo secondo lavoro, la scrittura di Coe è già quella delle sue opere più conosciute. Una scrittura in grado di ricreare atmosfere e personaggi come solo il cinema sa fare e da cui è difficile staccarsi.
Non è probabilmente il libro con cui avvicinarsi a questo scrittore, ma chi già lo conosce ritroverà in esso tutti gli elementi che contraddistinguono la sua poetica.

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mercoledì 3 novembre 2010

IL GIOCO DEL TRONO - George R. R. Martin

Il formato della telenovela, si sa, è collaudato e redditizio ma è pure esigente, richiede un notevole dispendio di tempo e attenzione. Il Gioco del Trono, sebbene novela di tipo letterario e non televisivo, non fa eccezione. Tuttavia un autore acclamato come George Martin merita almeno di essere "assaggiato", prima di relegarlo nello scaffale delle inutili macchine da soldi. Ed è proprio in quell'istante che l'incantesimo dello "stregone" americano tesse la sua tela rendendoti una delle sue ormai innumerevoli vittime.
Sì perchè, telenovela o no, Martin possiede, dannazione, il dono della narrazione. E` metodico, preciso, nelle descrizioni, nella scelta dei tempi, nella coerenza degli eventi, incatena il lettore, lo ipnotizza, lo stimola a proseguire, a chiedersi cosa accadrà dopo.
Certo, qualcosa da obiettare c'è. I personaggi a volte tendono a correre ciechi verso il loro destino, un po' troppo tiranneggiati dalla mano del loro creatore. Al quale però non si può negare una certa equanimità nell'utilizzare il suo potere. Se di solito il romanziere tende a imporre agli eventi una direzione che favorisca il protagonista e l'appagamento del lettore, Martin tende invece a "maltrattare" uno e l'altro, conducendo magari a fini misere personaggi ai quali la maggior parte dei lettori si affezionerebbe. Dopotutto nessuno può lamentarsi che manchino i colpi di scena. E nemmeno che tanta severità sia gratuita. Se il corso degli eventi, nel mondo reale, condurrebbe alla dipartita di un personaggio, ebbene anche nella Terra dei Sette Regni vale la stessa regola, niente favoritismi, per nessuno.
E' forse questo aspetto che dona tinte fosche e austere a tutta la narrazione. Non c'è un eroe senza macchia, un vincente temerario, un romantico bonario. Tutti si mettono in gioco, il gioco del trono, appunto, rischiano se stessi, con il proprio ingegno, i propri mezzi, accettando il proprio destino, quale che sarà.
Peccato che, per sapere come andrà a finire, sarà necessario rompere il salvadanaio e comprare un'intera collana di libri. Ma, potete contarci, spenderò anche l'ultima monetina pur di vedere la parola FINE.

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