domenica 11 dicembre 2011

TRILOGIA DELLA CITTÀ DI K. - Ágota Kristóf

Terminata l'ultima pagina di Trilogia della città di K., di Ágota Kristóf, ho chiuso il libro e l'ho tenuto in mano per un po' come per cercare di assimilare al meglio tutte le emozioni che l'autrice è stata in grado di suscitare.
Si tratta infatti di un libro che di certo non lascia indifferente il lettore sia per quanto raccontato, sia per la prosa sia per la struttura narrativa.
La storia si dipana attraverso le tre parti della trilogia, raccontandoci le vicende dei due gemelli Klaus e Lucas, un viaggio nell'orrore e nel dolore umano, raccontato però senza pietismi, grazie a frasi brevi, incisive e laconiche, che vanno dritte al punto. L'orrore infatti non ha bisogno di troppe parole per essere descritto.
Questo tipo di narrazione insieme alla scelta di non definire chiaramente la collocazione geografica della città di K. e il periodo temporale della vicenda, fanno sì che la storia narrata e i personaggi descritti dalla Kristóf possano essere considerati delle figure allegoriche per denunciare gli orrori di tutte le guerre, indifferentemente da dove avvengano e da chi vi prende parte.
È un libro che colpisce forte alla stomaco, non certo piacevole, ma che una volta iniziato non è possibile non terminare. 

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